Dic 202013
 

La CISL sarda continua il pressing  sulla Regione e dopo la richiesta di tavolo urgente, rimasta a tutt’oggi inevasa, indica a coloro che ci amministrano dove è possibile acquisire risorse immediatamente spendibili per far decollare le opere di ristrutturazione degli edifici scolastici.

A seguire il comunicato del Segretario regionale Ignazio Ganga, che dettaglia con precisione dove si possono prendere le risorse per attuare immediatamente gli interventi necessari.  

Da quasi un mese – dopo il crollo del soffitto di un’aula del Liceo “Dettori” – si inseguono le dichiarazioni degli amministratori pubblici sull’impossibilità di intervenire – a causa dei limiti posti dal “Patto di stabilità” – per la manutenzione delle scuole.

In questa delicata materia – che riguarda ogni giorno l’incolumità degli studenti e la tranquillità dei genitori che hanno il diritto di avere la garanzia di una scuola sicura almeno nelle sue strutture portanti – sono vietati rinvii e cali di tensione.

La Cisl sarda a tal fine chiede che la Regione  metta in campo al più presto un piano finalizzato a finanziare le manutenzioni straordinarie del 37 per cento delle scuole sarde bisognose di interventi di ristrutturazione. Le risorse  ci sono.

Il sindacato chiede, infatti, alla Regione che fine abbiano fatto i gli oltre 61 milioni di euro del Piano di Azione e Coesione che, in occasione dell’ultimo comitato di sorveglianza del PO (piano operativo) FESR (fondo europeo sviluppo regionale) 2007/2013, non risultavano ancora spesi.

Si tratta di somme importanti che, per la delicatezza del momento, andrebbero immediatamente messe in disponibilità.

Non più tardi di un mese fa lo stesso Ministero per la Coesione nel certificare  che  la Sardegna è una delle quattro regioni italiane  in cui  il programma regionale Fesr non ha raggiunto l’obiettivo del livello minimo richiesto del 51,9% del totale dei fondi assegnati, ha invitato le Regioni indietro con la spendita delle risorse comunitarie a finalizzare i fondi su  opere immediatamente cantierabili, e quindi rendicontabili prima della conclusione del ciclo di programmazione.

Si tratta in altri termini di porre al centro dell’attenzione l’aspetto relativo all’utilizzo e alla spendita effettiva delle risorse, spesso ingenti, messe a disposizione da  diverse fonti di finanziamento.

Se questo orientamento venisse accolto, l’efficientamento e la messa a norma degli edifici scolastici potrebbe rappresentare una formidabile misura anticrisi da mettere in campo tranquillizzando così genitori, studenti e insegnanti.

La necessità di un occhio attento all’”anzianità” degli istituti scolastici è registrata nella loro anagrafe di costruzione: in Sardegna risultano 11 edifici costruiti prima del 1900, 69 tra il 1900 e il 1945, 250 tra il 1946 e il 1960, 611 tra il 1961 e il 1980 e 388 dopo il 1980.

 MANUTENZIONE STRAORDINARIA E MESSA IN SICUREZZA DELLE SCUOLE SARDE_20_dic_2013